CHIUDERE L’ETA’ DEL CEMENTO
Le città verso il fallimento
Nel luglio 2012 Alessandria viene dichiarata fallita a causa dei debiti contratti per la gestione urbanistica e quella specifica delle società partecipate. Il commissario fallimentare ha avviato la chiusura dei servizi sociali, la vendita degli immobili pubblici e la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici. Per la prima volta ad una importante città italiana viene applicato il modello Grecia. Forse, con il fallimento di Alessandria si è voluto sperimentare un modello utile in altre occasioni. Sono infatti molti i comuni in crisi economica: Napoli, Parma, Reggio Calabria, Milano Torino e tanti altri.
Roma ha un debito consolidato di ventidue miliardi e non è stata portata al fallimento solo grazie ad artifici contabili. Questo debito deriva dalla scellerata urbanistica contrattata che ha trionfato dal 1994. Torino ha tre miliardi di debiti a causa della “grande opera”delle Olimpiadi invernali del 2007. Parma ha oltre 900 milioni di debito per aver creato 36 società partecipate per la gestione dei servizi urbani. Napoli all’inizio del 2014 non è stata in grado di garantire il servizio di trasporto pubblico a causa di circa un miliardo di deficit: è allo stato attuale in stato di pre commissariamento. L’elenco potrebbe continuare a lungo, ma è sufficiente per comprendere la dimensione di una crisi inedita.
Una crisi che ha e potrà ancor più avere effetti sul welfare urbano. La sanità è stata la prima vittima di questa visione. Cancellazione di ospedali, presidi sanitari e ambulatori. E’ stata poi la volta della chiusura dei tribunali, degli stessi uffici postali, delle strutture decentrate dello Stato. Oggi anche le scuole dell’obbligo dei comuni minori rischiano di scomparire. Le città dell’Italia minore si spengono. Intere popolazioni vivono un inedito arretramento sociale e perdono prospettive di integrazione.
Se dunque vogliamo mantenere il livello accettabile di vivibilità e di socialità nelle nostre città dobbiamo al più presto le cause profonde che hanno portato al tracollo finanziario dei comuni italiani e trovare le soluzioni efficaci per restituire una prospettiva al sistema delle autonomie locali. Rischiamo altrimenti di chiudere una millenaria storia urbana. (continua a leggere qui: Chiudere l’età del cemento – di Paolo Berdini).